sabato 23 maggio 2009
I castelli sul lago, le visioni dell'archeologo
Le occasioni e gli impegni, stimolati o subiti, sono anche inviti a non lasciarsi risucchiare dal senso di vuoto di un lavoro inutile, di lettere e parole di giovani che si sono impegnati in un'attività tanto invitante, quanto elusiva: il Miraggio dell'Archeologia, da passione a lavoro, le Sirene di un'Accademia che incanta con le meraviglie dello scavo condiviso, e poi lascia a riflettere (o a fuggire) da soli con un titolo desiderato, conquistato, dolorosamente autoreferenziale. E allora andiamo con un'archeologia creativa, quella che esalta sul web: non l'Archeologia dei Diagrammi Stratigrafici, la geometria bachiana di suoni perfetti, ma l'Archeologia del Mistero, le inquietanti presenze dietro l'angolo di casa. Il lago perduto, che i diplomi degli imperatori della casa di Franconia popolano di castelli, porti, villaggi, che l'indagine archeologica vuol far risorgere da un livelletto di cocci e carboni, da smangiucchiate schegge di ematite; i castelli delle faide cittadine, risonanti dai versi del Carducci o dalla crudezza delle cronache del Maragone; i castelli perduti. Il caso foriero di sorprese che dove ti aspettavi (forse) un fiume etrusco, ti fa risaltare un imponente basamento di torre, o di chissà cosa, dove canali della perduta bonifica lucchese del XII secolo – fatiche di uomini dimenticate, rimosse da chi non rammenta neppure le fatiche dei nonni – si intrecciano con fiumi dal nome fantasioso come il loro corso. Ripercorrere i documenti arati in anni lontani, cercare in carte pubblicate in formato francobollo, per dare una risposta alle domande che la terra pone. Che cosa è il basamento del Frizzone, con la sua storia complessa ma senza date che le limpide sezioni della Cooperativa Archeologia propongono, sul quale si è tanto discusso con giovani archeologi forse preoccupati piuttosto da altre storie (ma anche l'Archeologo di Stato aveva il pensiero lì e altrove). L'illusione della sicurezza, uno splendido titolo per una giornata che fa riandare alle infinite circonvoluzioni delle mura di Lucca, diviene anche l'illusione dell'archeologo, nel conflitto fra lo scintillio della proposta brillante e la temuta smentita dal documento sfuggito. Ma si può anche godere della sfida di una realtà insospettata, che intreccia nuovi enigmi con quelli che Consuelo e Marcello proponevano qualche anno fa, all'inizio di una stagione di studio dei paesaggi, il capitolo estremo della storia di uomini e terre che si cerca di leggere in frammenti non sempre collocati in capitoli.
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