sabato 30 maggio 2009

Erbose ruine e Cantieri: tornando a Massaciuccoli




Quasi venti anni, e l'emozione della lingua di terra che scevera il lago e il mare, e della Gorgona che segna orizzonti remoti è immutata. Pallino, perso a San Giorgio, Bruno, che non c'è più; Paolo, che non esce più dai suoi monti ... e chi torna per partecipare ad una piccola festa dell'archeologia. Emanuela continua a credere nel suo impegno, il suo rigore è inattaccabile, e c'è chi la invidia per questo. La guida che dovrebbe (e può: che voli, il prezioso libello) aprire a tutti il fascino e il senso dell'unica, vera perla archeologica di queste parti di Toscana è presentata, forse con più parole di quante ne contenga ... e anche questa è fatta, gli ozi scomodi sono (forse) la tappa estrema di tanti giorni spesi a rimuginare su mattoni e pagine di heliocamini. Si torna alle Erbose Ruine della villa dei Venulei, sfondo ritrovato nei versi di Marziale nutriti dai sogni di Alma Tadema, e si vede il Cantiere: Sebastiano Ricci versus l'Archeologia del Matrix, la serena malinconia delle recinzioni 'maremmane' che dopo diciassette anni si disfano, e degli splendidi allori piantati con Paolo, Bruno, Pallino, e il Cantiere sullo sfondo. I volumi degli hangar di Nervi trapiantati tra gli olivi, icona potente di un'archeologia ieratica, signora del mondo e delle cose con la geometria delle US. Perdute le desolatae moenia Cosae, ora bella passeggiata con vista rudere deterso, almeno a Massaciuccoli si può ancora salutare il fiorire dei capperi sul triclinio-ninfeo, sentirsi con Georg Christoph Martini, povero Winckelmann di Lucca ... nel Cantiere si costruirà il Nuovo Sapere.

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