mercoledì 6 novembre 2019

Il ferro, il sangue, l'oro. Silla in Valdera.


Si deve arrivare alla vecchiaia per scoprire in manoscritti letti non si sa quante volte cose già viste e sorvolate.
Sterza o Ragone, si legge, e così su non si sa quanti anni di ricerche in Valdera guizza repentina la luce dell'oro del legionario, il doblone che vale venticinque denari e forse più, ed è bello assai, grammi d'oro 10,7.
Poco cambia, già si erano immaginati sulle colline di Chianni i castella dei veterani di Silla, turgidi di pyrgoi, chissà, ma il volto di Roma innamorata di Silla felix, un po' paffuta e molto guerriera, e la corsa del trionfo, l'oro coniato per la paga dei legionari nell'anno 82 a.C., sono altra cosa, quando si legge che fu comprato a Volterra da un contadino delle Maremme volterrane, trovata lì, nel torrente Sterza o Ragone, luoghi di Lajatico, o così piace credere, anche se si sa che non si è mai amato divulgare il luogo di scoperte. Collezione Galluzzi, si saranno sfiniti per accumulare in pochi anni un museo, e dieci per venderlo al Granduca riflessivo.
Poca fantasia per riconoscervi il lucente segno dei fatti narrati oscuramente da Granio Liciniano, tradimenti incrociati, lapidazioni, massacro di fuggiaschi, scene da vedere sulle desolate colline che incoronano la città inespugnabile, anno 79 a.C.
Et Volaterrani se Romanis dediderunt ante occiso per seditionem lapi-8.1
dibus Carbone praetorio, quem Sulla praefecerat [is Cn. Carbonis frater
fuit], et proscritos ex oppido dimisert, quos equites a consulibus
Claudio et Servilio missi coniderunt
E mescolando Granio e Properzio, il prezzo del ferro e del sangue perduto nella fuga  ...

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