venerdì 19 luglio 2019
Il pittore e gli Apuani. I colori di Giuseppe Viner per le ceramiche liguri-apuane
Gran festa per Bruno Antonucci, quando i suoi amati Liguri di Levigliani ritornano a mostrarsi a Pietrasanta. Storie del Novecento, il tocco geniale di Doro Levi, un po' prima, la sintesi della Banti, subito dopo, e poi su su le ricerche dell'Ottocento, carte ritrovate e celebrate.
Ma più di ogni altro gli acquerelli che Adriano Maggiani ritrovò nello snello fascicolo della defunta Soprintendenza, tocchi magici di colore per la tomba del montanaro che non voleva dire dove l'aveva trovata, o forse non lo sapeva. Anno 1921, la villa del pittore, Castelverde di Pietrasanta. Campionario perfetto della ceramica ligure-apuana, fase antica, prima metà del III secolo, vasi da birra, si vorrebbe dire.
E ora che si sa tutto dell'ispettore onorario, grande pittore della Versilia fra i due secoli andati, Giuseppe Viner, forse son queste le immagini ideali per la copertina dei Liguri di Versilia. E non solo. Degni della Zia di Levigliani, anche se erano forse per la Nonna.
mercoledì 10 luglio 2019
L'eleganza del cacciatore di orsi del 576-578. Da Via Buia 37 a Kissufim, per dar colore agli scheletri
È elegantissimo il cacciatore di orsi del mosaico dal Negev, anni 576-578, e seppur politicamente scorretto, da rispettare perché affronta la fiera con audacia. Ma chissà qual recondito senso s'asconde sotto i colori delle tessere.
Più preme all'archeologo vagabondo ritornare subito ai morti dei suoi anni antichi, Via Buia, la cintura del Romano, gli anni son quelli, fine del secolo VI, per vestir di tunica stretta da cintura e suoi pendagli (senza terminali!?!) il Lucchese che guardava chissà come i Longobardi appena arrivati. Forse come aveva guardato Goti e Franchi, e qualche Alamanno, confidando nel vescovo Frigiano/Frediano per tirare avanti. E forse Longobardi Goti Franchi Alamanni non erano né meglio né peggio dei numeri imperiali.
Ed è elegante il Lucchese di Via Buia, se sotto la cintura s'immagina la tunica del cacciatore di orsi del Negev. Pronto ad uscire dalla Porta del Vescovo, e prima di san Vincenzo, fra ruderi più o meno aggeggiati, e appena fuori trovare di che mettere alla prova la sua valenza.
lunedì 1 luglio 2019
Duecento anni e non accorgersene. L'anfiteatro di Lucca 1819-2019
Società proiettate al futuro sono quelle cui non occorrono memorie celebrazioni anniversari. È questa dunque – di certo – quella di Lucca, or che inizia il mese dacché sono duecento anni che la Duchessa, il Marchese, l'Architetto rovesciarono le vedute dell'anfiteatro romano, e fecero dell'arena spazio di spettatori e mercanti, non di gladiatori. Genialità neoclassica, mai troppo celebrata.
Anzi, non bisognosa di celebrazione, perché viva e vitale.