martedì 29 maggio 2018

I gladiatori di Acquapendente, l'anfiteatro di pietra. Cartoline per Lucca



Si va per la via che fu Cassia, rifece l'imperatore, poi vide pellegrini di Francia ed oltre. Sulla via la città lasciata, amori che finiscono perché così ha da essere, forse amori impropri, non richiesti, asimmetrici.
Ma una cartolina, alla città dell'anfiteatro della colonia, del parlascio dei vescovi degli imperatori e del comune, alla Piazza del Mercato della Duchessa, si può ben spedire.
Con i gladiatori tagliati nella pietra del vulcano, neri e asciutti, guerrieri, del giardino un po' dismesso da Acquapendente, da far giostrare nella danza di morte fra le pareti di pietra dell'anfiteatro di Sutri.
Andar lontano per sentir vicino.

lunedì 7 maggio 2018

Fiori di pietra, fiori nel vento





Per la decima volta dacché si aggiungono note e pensieri a questa serqua tornano a fiorire i Gigli dell'Auser. Forse stanchi dal freddo, forse dal caldo, forse i bulbi sono provati, o forse solo c'è da attendere un po', perché divampi il giallo sulle ultime acque dell'Auser. Forse, chissà, ora che i sogni dei gigli dell'Auser si sono dissolti, ma non le pagine scritte. O forse anche questa è illusione.
Restano i fiori di pietra rimuginati chissà quanto, il fiore di facciata, il fiore di pilastro, nella chiesa rivestita da un tardo amico di Biduino e dei Romani, fine cesellatore di kyma lesbio, ad emulazione del maestro, nel cassettone divenuto paramento di facciata.
Ma ora che in viaggio per Volterra, e raggiunta la Via Appia, davanti al sepolcro di Marco Servilio Quarto i fiori romani di Santa Maria foris portam hanno trovato il loro tempo, anche il giallo dei gigli dell'acqua dell'Auser è quello di dieci anni fa.