lunedì 24 aprile 2017

L'attualità scottante di Rutilio, a Lucca



Troppo rutiliani questi tempi, per parlare seppur obliquamente di Rutilio e dei suoi giorni.
Roma e i Goti, che son migranti, tema assai scomodo per il politically correct dell'accoglienza, dei traghettatori sul Danubio, con Alarico che si fa gentiluomo di campagna nelle Cronache RAI; e poi un viaggio tra rovine che certo non è quello nelle disfatte aree industriali d'Italia o di Toscana, ma insomma ... cernimus antiquas nullo custode ruinas.
Forse oggi le coste di Toscana non propongono paesaggi di rovine, piuttosto rovine di paesaggi, ma Rutilio è davvero scomodo, nelle sue frequentazioni di aristocratici esangui e di poveri contadini trasfigurati in entusiasti cultori di divinità dismesse. Un mondo al tramonto, un sentore che è nei nostri giorni, struggente ma nello stesso tempo un po' antipatico; essenzialmente, senza speranze, fatto quasi solo di passato.
E dunque, nello sfacelo di antiche istituzioni, esaltate dai vescovi della Nuova Chiesa delle Magnifiche Sorti del Web (soprattutto per loro), si tenterà di far mente locale ai paesaggi di anni milleseicento or sono.
Sfaceli antichi, sfaceli presenti: l'attualità scottante di Rutilio, viaggiatore fra rovine e sopravvissuti.

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