domenica 29 novembre 2015

Le geometrie dei colori del cielo

Andirivieni di strati cassette storie, segni francescani e scodelle colorose, con qualche girandola, il vortice che alla fine si appalesa, e stilizzati fiori, bicromi o acromi, dopo il rigore del bianco conventuale.
E fra questi, con la zaffera di Toscana, le informali geometrie di Valenza, arabeschi ghirigori di memoria medievale, nel Quattrocento avanzato, si direbbe.
Loza azul per la mensa francescana di Lucca, il cielo e le acque del Mediterraneo nell'autunno del Medioevo; e poi, finita la zuppa, alzar la testa a rimirare Baldassarre di Biagio che sparge sulle pareti i sapori del Rinascimento.

sabato 7 novembre 2015

Il cavallo senza cavaliere

Tre frammenti in tre US (la moltiplicazione e la divisione), tre mesi o forse più di scavi, il retro di un convento, per ricomporre da masse infinite di piattelli e scodelle e da maldischiena per scassettamenti multipli ed iterati per tre anni, un terzo di piatto. Montelupo, decenni avanzati del Seicento, anni di peste di promessi sposi di bravacci. Ma anche di qualche santo.
Cavallo simpatico, grosso, occhioni languidi, paesaggi dei colori surreali verdegialloblu del protobarocco straniato dei contadini di Toscana, il pop e il plebeo degli anni del Furini, un altro mondo ...
Ma grande è la metafora, suprema, i tre frammenti tre e gli altri dieci chissà dove sono finiti, per l'incedere del cavallo biondo, mantello sauro, o baio, diranno gli ippologi, forse; e senza cavaliere.