venerdì 8 maggio 2015
Mangiar fagioli, bere vino in bianco (scena lucchese del XVII secolo)
Acide fatiche, dopo lavoro di spalle su cassette ripiene, cornucopie di cocci ritrovati con affetto e passione qualche anno fa – molti o pochi, può divergere il parere – e la us nonsoquanto dell'ambiente x di affacci su Via San Paolino, con la colla della curiosità ci propone un bel completo da tavola del Seicento pieno.
Anni di Pietro Paolini o quasi a Lucca, ma da sceneggiare con i fagioli del Carracci, per riempire di zuppe da divorare con la fame il tazzone con un po' di verde e due righe a segnare dove dovrà iniziare il lavoro del ligneo cucchiaione, e una D sul fondo, a stupire la fame insoddisfatta. Ma per il vino non il trasudante boccale graffito, alla padana ma anche alla toscana: puro globo con cilindro, ritorta ansa, asettico e rilucente smalto, bianco internazionale depurato anche di leziosità compendiarie.
Geometria dei solidi, per mangiar fagioli a Lucca nei primi del Seicento, e digerire il tutto con bianco nel bianco.
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