venerdì 18 gennaio 2013

Il grande puzzle di Paolo&Silvio (ricordando Mario)







Infiniti frammenti e frammentini dispersi nello strato nero di vita e rosso di fuoco, US 4, salvato dagli Etruschi della Murella, dove ora al suono dell'Esarulo e dell'Auser si mescola quello degli uomini.
Giorni per lucidarli nella terra, memorie di forme curvilinee, più giorni per liberarli dalla terra, e partire con il grande puzzle. E da frammenti e frammentini, per l'acribia di Paolo&Silvio nell'estate, la passione e la tenacia nell'inverno che copre la Garfagnana di neve, farne forme vitali, decorazioni di pure linee rette, appena inquinate da uno zigzag che solo l'ombra fa risaltare (forse).
Il cuore pulsante di una casupola o capanna o casa degli anni intorno al 1500 a.C., un po' prima forse, un po' dopo meno probabile, dicono scodelle e catini della Pianura Padana, dal Mincio all'Appennino, Lavagnone, Barche di Solferino, fantasiosi e fascinosi nomi di siti noti solo all'archeologo del Bronzo Medio, appena passato l'Antico, e la grande scodella, quasi un braccio di diametro, con le sue geometrie, basculante per le prese canaliculate con margini appena rilevati, ritrova vita nell'enigma del lacerto e nel sogno del viandante che venuto dalla Bassa Padana per i passi dell'Appennino qui trovava una bella zuppa, preparata nell'acqua dell'Auser. Apparizioni a chi cerca la vita nei segni sepolti nella terra, di certo anatema dei sommi studiosi del profilo fratto angolo tra carena labbro fondo.
E un anno e un giorno dopo che Mario, compagno di giorni remoti nell'impresa della Murella, non è più tra noi se non con la sua vitalità e il suo sapere, in attesa di celebrarlo come all'accademia si conviene, gli amici della Murella gli dedicano, per quel che può valere nella memoria di chi lo piange, le pure geometrie di un pendulo vaso dell'Età del Bronzo.

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