lunedì 16 aprile 2012
Le fatiche di Ciuffetto (o del fascino del bosco planiziale quando è umido)
Anno 1150, scenari di confine, uomini e paludi non nelle Everglades o nei fascinosi boschi padani tanto cari a storici degli anni del secolo scorso. Paganico, Compito, Lucca: Ciuffetto e i suoi, nel palude, a esceppare terre presso Lesciora, Legiora l'Egiora, Egiora, il fiume perduto, rigagnolo da sognare in immagini di boschi planiziali risorti un po' più a sud, in anni ancora carichi di attese.
Ciuffetto e i suoi, a estirpare olmi ontani querce frassini, le specie del bosco generato dall'acqua che impregna la terra, per ricavare grano miglio fave e i seniori che voglion la parte loro delle fatiche di Ciuffetto, e dei suoi compagni di Compito, scesi da colline già assai popolate per trovare terre a un miglio o poco più, nelle foreste di olmi ontani querce frassini. Basta pagare un contributo, e le fatiche di Ciuffetto e dei suoi compagni, gente da debbio, sono premiate.
Un po' di pulmentario, qualche animale intrappolato, tinche e lucci di fossi lenti e melmosi.
Scene di un Medioevo altro, raccontate da una pergamena in ghirigori oggi quasi inattingibili, uomini e paludi che si possono immaginare, per un attimo, fra le acque che finalmente aprile ci regala e nelle ombre umide di olmi ontani querce frassini. Boschi planiziali, per Etruschi Romani e per Ciuffetto, e per chi ritrova nelle storie loro un po' di storia per oggi.
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