giovedì 2 dicembre 2010

Da Altopascio all'Eufrate, passando per i rilievi di Sara e i sogni di al-Wasiti




Guizzano in alto e s'annodano d'archi i pilastri impastati di ciottoli quarzite malta e terra che Sara estrasse dalla piazza di Altopascio in anni in cui le cose sembravano diverse, ed erano come sono ... guizzano come gli archi che i Cavalieri del Tau, che non erano cavalieri ed erano frati un po' strani, innalzarono con i denari d'Italia, di Francia, d'Inghilterra, di Spagna e di Germania, negli anni di Federico II, per riscaldare i pellegrini e i loro amici sulla via di Roma e sulla via di Santiago. Sopravvissuti al bestiale e temerario Guglielmo Capponi (come lo vide il Guicciardini), vescovo strano come erano strani i Rettori del Duecento che intrecciavano tresche con Federico e Pier delle Vigne, e manovravano quintali di soldini perdendone qualcuno in qua e in là nelle acque del lago, trovano colore inaudito negli archi moreschi di al-Wasiti, dipinti per al-Hariri più o meno negli stessi anni. Si rincorre il Medioevo d'Oriente e d'Occidente, si scambia beni e merci, fra qualche scontro e un po' di massacri, nelle logge d'Oriente e d'Occidente, fanadiq e pandocheia, logge e chiostri di frati e di mercanti.
Un Medioevo a colori, ogni tanto.

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