domenica 24 ottobre 2010

L'archeologo tra Paese dei Balocchi e il Tramonto sulla Valdera

Si conclude al tramonto, in Valdera, sotto cieli increspati di pioggia, la sera del ricordo, per l'archeologo carico di anni: dove folleggiavano i deliri del '68, nella sala che vide i fasti della Preistoria e Protostoria in Valdera in una magica sera del 2003, pochi amici celebrano e onorano il loro impegno, fatto di immagini nutrite dalla luce delle colline e della pianura fra l'Arno e l'Era, di cocci che ricordano storie antiche, ritrovate per la scienza e per la curiosità. Il Gruppo Tectiana si riconosce in queste vetrine di legno e vetro, scansie sottratte al rigattiere, dove stecche di legno scandiscono cocci amati e desiderati, figli di una passione comprensibile solo a chi ama i Segni della Terra.
Una sera intima, dimessa, mentre l'agitazione all'esterno rievoca altri momenti e altri movimenti, scavando colori e suoni perduti nella memoria, sepolti come l'ambigua traccia di quegli anni.
E appena qualche giorno prima, il Paese dei Balocchi, festoso di Autorità di Suoni di Luci, LuBeC 2010, celebrazione di tecnologie che arrivano nell'austera esposizione di Pontedera depurate di ogni esuberanza.
Feste e fasti, e la quotidianità della terra. Il tramonto sulla Valdera, che fonde il profilo dei castelli medievali e dei castella etruschi, le tracce delle capanne dell'Età del Bronzo che altri amici vecchi e non stanchi continuano a cercare, con immutata passione da trent'anni e quasi quaranta, esalta, ritagliati sul cielo,  i Segni della Terra.

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