lunedì 19 ottobre 2009

Gli anni di Santa Cristiana, gli anni di Segni



Trent'anni da un anniversario all'altro, dalla costruzione del monastero alla gloria dei cieli, o quasi, per la santa/beata nata nelle capanne sulle dilaganti acque dell'Usciana, costruttrice del monastero-città, chiave del successo del castello alla cui costruzione aveva partecipato. Anni difficili, come sempre nel Medioevo, per Oringa, fra guerre di città e guerre di castelli, per qualche pellegrino o qualche mercante da attrarre con nuove vie, nuovi ponti, nuovi monasteri, e con la fama della santità. I documenti del Duecento costruiscono muri perduti, stonacano facciate di un castello che è oggi un qasr, o una qasbah, solleticano idee di affari sul fiume e di devozioni, remote per il laico albeggiare del Terzo Millennio.
Sono di certo i castelli tracciati da Duccio, nel fantasmagorico intreccio di colori, più adatti per l'incedere di Oringa, rispetto alla griglia proposta da trent'anni di ricerche, fosso su fosso, documento su documento, per cercare storie sepolte sotto i campi frequentati da bambino ... e ci si illude che Etruschi e Romani fossero quali qualche coccio, un relitto di strada, l'ammassarsi di studi e di sogni ci propone. Invidia per le carte del monastero, strappate a Firenze, che fanno rivivere le capanne abbandonate per le solide mura castellane che l'archeologo vede come mucchietto di cocci e di sbriciolate lastre d'ardesia ... ma rimane sempre il dubbio che la verità (se esiste, come voleva il procuratore di Giudea) sia sepolta un metro più in là.

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