martedì 22 settembre 2009
Sapori della Terra d'Etruria: le Menadi di Scansano
Le prime acque dell'autunno bagnano il poligonale di Orbetello, e i resti della perduta terra aurinia, tanto cercata da essere scoperta solo quando non la si attendeva ... il meraviglioso dono della terra, il sapere inatteso, ex aprosdoketou. Declina il furore dell'estate, si apprezzano i toni della pietra che si fonde con l'acqua e con il cielo, in toni di grigio venati d'azzurro che esaltano il cinghiale alla cacciatora e preludono ai funghi, il dono della Grande Madre per avvicinare i suoi figli al Cielo ... ma fra gli eredi degli statie, in quel di Scansano, la rivalità spostata sulle mense antiche, in un ricorrere di focacce e arrosti, struggente eco di un passato mai esistito, divampa in formule matematiche e commenti da dopopartita. Il gusto del mondo antico, vagheggiato in attimi ritagliati alle sere d'estate, rivive piuttosto nella competizione delle parti, nel tifo circense e gladiatorio, e non è ilare il volto dei capi, appena tornati dalla corte degli Aldobrandeschi o degli Sforza.
Ma le Menadi che si avvitano a suoni generati dalle parole che celebrano il frutto della terra che ancora pende, più spesso sta diventando il farmaco che dà tregua ai mali, ci strappano dalle beghe antiche, rinate, e per un attimo colorano di suggestioni gli spazi appena colmati da suoni danubiani e feste carpatiche: il remoto nello spazio, e così vicino, con gli eredi di Costantino e Giustiniano, il remoto nel tempo, vanamente reciso dalla lotta agli idoli, perché nella Terra si rigenera, e la nostra cultura è figlia della Terra. I Messaggeri dell'Anima divengono voce di un passato appena sopito, sempre pronto a rigenerarsi, quando la geometria del PIL non ossessiona le nostre ore.
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