martedì 16 giugno 2009

Guerrieri, gentildonne, principi, servi, lautni: Etruschi risorti e Etruschi archeologici


I due tomi son qui, sul tavolo, summa del fior fiore dell'etruscologia corrente: ognuno dà il suo meglio, o quasi, nella corolla che celebra il professor Camporeale: Etruria e Italia preromana. Raffinatezze, molti materiali, virtuosisimi di dotti, e qualche contributo dalla terra, ancora umido o con le concrezioni inaridite da un secolo di magazzino di museo. E tutti divengono solisti, con le pagine messe in ordine alfabetico, rispettosamente. È la scienza, bellezza (o l'accademia? o l'etruscologia?).
E comunque ne sappiamo un po' più di prima (non è che succeda sempre).
Poi vai sull'altra faccia del mondo, e vedi nel tam tam del 'condividi' di Facebook che a Marzabotto spiriti allegri ripropongono gli opliti etruschi: quel che in Toscana lice per madamigelle del Quattrocento, nella terra padana vale anche per i prischi padri etruschi. Donzelle e gentildonne si rincorrono per i secoli, i tronfi alabardieri del San Giovanni fiorentino divengono sul Reno opliti.
Dal positivismo arido delle note a pie' di pagina, dal certame al più raffinato dei recuperi, al bollore di Marzabotto dopo il solstizio, quando anche gli Etruschi avevano festeggiato la terra che riempiva i granai, e sentito i loro Dei non come oggetto di filologiche analisi, ma come segno potente del mondo da vivere. E le gentildonne e le plebee stavano accompagnando i loro uomini al ritrovo per la dolorosa festa d'estate, la guerra: sfavillanti corazze di bronzo, per chi affrontava il vibrare delle lance nella zuffa oplitica, povere tuniche e qualche mazza per i lautni. Il ritorno, talvolta, abbracciati dalla bellezza sfumata di una Lasa della Morte.
Far vivere in una nuova festa d'estate questo mondo forse non è meno importante, per chi della scienza del passato (archeologia) fa mestiere e passione, che ripercorrere la tormentata storia di una statuetta, o analizzare la tomba del guerriero di Pari, che sull'Ombrone lasciava una fattoria come quella di Pian d'Alma, armato di lancia, machaira, con la corazza, e i banchetti dominati dal cratere attico ... Suggestioni per una festa degli Etruschi nella Maremma (ma in Toscana, forse, non è politically correct). Mah.

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