mercoledì 4 gennaio 2017
L'anno di Rutilio (a trent'anni da Corte Carletti)
E dunque si va verso l'anno milleseicentesimo dal viaggio di Rutilio, stando alle esegesi più affidabili, 417 Anno Domini (ma Rutilio avrebbe preferito altre cronologie).
Anno fondamentale, il 417, ma foss'anche 416 o 415, per la Tarda Antichità su coste e interni di Toscana, nel lento e fascinoso fluttuare dei versi e delle onde, sulla barca del senatore e sulle spiagge; anno di memorie per l'archeologo antico, forse obsoleto, prossimo agli anni trentasei nella vita di società, due volte maggiorenne nei giochi di numeri che talora tanto piacciono.
E in attesa di cogliere l'attimo dell'anniversario, chissà, l'effimera luce che in un giorno d'inverno trafigge le nuvole e il gelo, non dissimile forse dall'autunno di Rutilio, per rivivere i giorni di Torre Tagliata, quando parve di riconoscere le scodelle rotte dai suoi marinai, anno 1985, e gli anni trenta dacché amici e passioni antiche, un po' stanche ma ancora vivaci, a Corte Carletti di Orentano disvelavano l'impronta nella terra delle Cerbaie dei pastori e dei contadini della reparatio saeculi, e ne costruivano volumi e colori per le lampade di un dormiente museo.
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