giovedì 20 ottobre 2016
Morte a Lucca, anno 1437 (ovvero: l'altra faccia dei Medici)
Non celebrazioni dinastiche, preludio a glorie dei giorni nostri, rai-enzi-ane, nel trionfale Nero Brunelleschi, ma il colore del sangue di Paul Verhoeven, a macchiare l'oro degli anni di Cosaimo (il Vecchio, ma anche il giovane poco muta).
Ma non è più tempo di archeologi vecchiostile, nei nuovi fasti una parola d'inglese e l'altra pure, e allora si recuperano pagine di vent'anni prima, un ritrovamento di più di un secolo prima, zecchini ducati e anche un po' di fiorini sepolti in San Quirico all'Olivo, Lucca, anno 1437 dichiara il conio della città nemica, risoluta al genocidio, Lucca dopo Pisa, ma oggi benedetta del sole mediceo capace di dar luce diversa, distonica, alla storia da leggere nelle belle pagine del Mazzarosa.
Cavalieri e soldati di Milano, ducati di Milano e di Genova, zecchini un po' stagionati, e la morte nella fame della città strangolata da Firenze, gli uomini impiccati, le donne stuprate, perché Cosimo si arricchisse; salvata infine dal cavaliere in alto a sinistra. Ma non si può dire, che un Lombardo salvi Lucca dai sacri amici Fio-renz-ini unqua non fia (o non si dica).
La storica verità non si addice a' giorni nostri.
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