lunedì 7 marzo 2016
I secoli di Massaciuccoli (il giorno dell'inaugurazione)
Quasi tre secoli, perché si rinnovassero i paesaggi del Grand Tour, edulcorati nella stampa di Pococke e poi del Targioni Tozzetti dall'originale di Georg Christoph Martini, crudo come lo schizzo di Lorenzo Nottolini, 1819, prima che il magistero neoclassico generasse per i ruderi con vista mare forme sorelle a quelle dell'anfiteatro di Lucca. E poi nuove prospettive, per le scoperte lungo la strada degli antichi e dei moderni, Antonio Minto Doro Levi, gli anni Novanta, e quando un gruppo di amici ritrovava il Medioevo e il Rinascimento vissuti fra i ruderi prima che questi divenissero davvero tali, e lo sconcertante muraglium Seracinorum vestiva i colori del Settecento nello scavo delle nobili famiglie di Lucca.
Venulei di qui e di là, di Pisa e anche un po' di Lucca, raffinate eleganze all'ultima moda di Roma, statue di imperatori, per una carriera sempre più brillante ma anche – s'immagina – un po' d'affari, per una famiglia che non disdegnava fornaci laterizie e, si direbbe, il cespite varroniano della taberna deversoria, illeggiadrita dalla piscina trasparente su Oceano ed esseri marini. Si sa, senza piscina non v'ha agriturismo ...
Un giorno di marzo 2016, venticinque anni dopo i primi sogni con vista mare e lago, i segni sepolti della storia, ritrovati per la Casa del Fascio degli anni Trenta divengono cuore polmone luce del grappolo di villette anni Sessanta, nel nobile sacrificio della scuola che aveva il sapore del bianconero sub-neorealista, storie di figli di contadini che divenivano operai.
Merito di un bravo architetto, tre secoli dopo, e dei molti che con lui hanno lavorato, se una sua immagine abbraccia tutta la nuova storia, quasi tre secoli dopo Georg Christoph, il Pittore Sassone.
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