lunedì 1 giugno 2015

Brocche da terra e da mosaico




Brocca di bronzo martellato, qualche rigonfiamento sul collo troncoconico, corpo cilindrico schiacciato da una martellata o una pietrata, ribattiture, l'ansa è persa, così anche il fondo, e terra umida di buche scavate volte infinite, forse da ultimo intorno all'anno Mille; brave archeologhe di Lucca che la documentano in situ, apprestamento di pietre, bocca di mantice, suggeriscono, ma restano i tanti enigmi degli scavi perfetti che non danno alibi. E poi i maestri antichi del restauro che non hanno la TAC, ma con Rx sanno ancora far portenti, le martellature risplendono in attesa che il bronzo ritrovi luce.  E poi la Bolla che la classifica, sarà il tipo g, pare, tardo, di Alamanni e Bizantini e antiquari di ogni epoca. Perché le brocche durano, come sa chiunque abbia in casa la brocca di rame della zia che era poi della sua nonna. Un secolo e più, non ci vuol nulla ...
E soprattutto dalla Bolla all'Imperial Palazzo di Costantinopoli, risorge la brocca, un po' diversa ma molto simile, sua cugina, più che sorella, con il nativo color del bronzo, sulla discinta spalla di donna severa ed elegante, con orecchini di bronzo, sarà la seconda metà del VI perché c'è da dubitare che Eraclio avesse tanto tempo da dedicare ai mosaici ... Anni di Agathias e Narsete a Lucca, Città di San Frediano da integrare, ma gli additamenta, si sa, e i ripensamenta sono il sale dell'archeologia.

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