sabato 10 gennaio 2015

Piatti da un matrimonio II (ovvero: modernariato del Settecento)


Fatiche e ricerche, e il frantumato piatto da un matrimonio si ricompone, almeno là dove il bianco si carica dei colori dei Balbani e dei Parensi, aquile e ricci, e poi, come ci insegna il Libro d'Oro del 1628, cimieri e Aquile e Draghi, opportunamente non contrapposti, ché il matrimonio tra Aquila e Drago potrebbe non essere il massimo ... Ma la sottile gioia della ricomposizione, con quella lacuna che basta a dare il tocco di provvisorio, si perde nei rami degli alberi genealogici, quando s'apprende di un solo connubio fra un Balbani e una Parensi, Camillo con Ortensia, e gli anni saranno i primi del Seicento, se il fratello Girolamo andò a nozze con Camilla di Pompeo Buonvisi nel 1617. E dunque botteghe del Bianco Internazionale, da Roma a Nevers, dei primi del Seicento; nulla lo vieta, né foggia di piatti né di stemmi né di compendiario né di elmi. Solo che i piatti sono finiti fra i frantumi delle tâches noires, fine Settecento ...
L'archeologo fantasioso deve sognare di servizi dismessi di famiglie estinte, venduti come modernariato, bancarelle del 1750 o quasi, come quelle che popolano i mercatini del Natale nella patria sull'Arno o quasi, così triste, fra i fiumi tanto amati. Sogni di un gennaio di nuvole.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.