mercoledì 8 ottobre 2014

Fossa Nera, Porcari, ottobre. Pastelli d'autunno (anche senza A nei cartelli)




Poesia d'autunno con ottobrata a Fossa Nera, Porcari, le acque del Rogio, il giallo e il verde in tocchi infiniti di pastelli che si fondono nella poesia dell'erba, il fascino sottile della vecchiezza incipiente che ha ancora il vigore dell'estate.
Momento magico, irripetibile, guidato da purpurei colori irrorati d'immagini ben note agli amici dei Segni dell'Auser, il fiume e la sua storia, a metà perduta, il volo e il passo degli uccelli colti in anni e anni di passione per una terra amata e i fiori figli dell'acqua, come sono i Segni.
Momenti effimeri, ché certo presto sarà chi macchierà i purpurei colori, e le erbe ritroveranno vigore, sui ruderi dei Romani, così che vi sarà chi potrà piangere sull'abbandono, navigando sull'Auser in piena, più seducente di vie di polvere, e le gazzette – come si diceva nell'Ottocento –
al pianto ed a' lamenti farann'eco.

Ma ora, giorni d'autunno asciutto, dopo estate d'acqua, i toni infiniti della verdura che carican di giallo anche la pietra, possono valere un viaggio nella storia. E se due anni di fatiche non son valsi a completare il tutto con la a di archaeological, v'ha pur sempre Catullo, per dire ai rumores senum severiorum

sed tu insulsa male et molesta vivis,
per quam non licet esse neglegentem.


L'archeologo antiquo è pur sempre un letterato ...

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