domenica 12 gennaio 2014
La Fanciulla ed i Guerrieri. Da Vagli al saltus Marcius, 2200 (duemiladuecento) anni dopo
Duemiladuecento anni, cifra tonda, da commemorazioni, e si ricordi dunque, nel segno della Fanciulla di Vagli, il momento supremo della guerra sulle Panie e sul Ballista, il saltus Marcius e l'ultima speranza di libertà, per il popolo dei monti tra Mare e Appennino che tenne fronte a Roma più dei Diadochi, quasi come Annibale. Sogno di libertà, sogno di arcaiche tradizioni, comprensibile certo più negli anni di Da Nang e del Che che non oggi, pensa l'archeologo riandando (senza entusiasmi) agli anni di remota gioventù, quando Calgaco era di moda anche fra chi non smania per Tacito.
Anno degli Annali 186 a.C., e dunque ci siamo, per trovare numeri che ricordino la storia, e la Fanciulla di Vagli, che forse vide quegli anni, perché l'archeologo trova forse i ventenni, se si impegna i decenni, ma non oltre, a salutare l'ultima speranza dei guerrieri, armati alla gallica, come nei disegni di seconda mano del Crespellani per Tombara, o alla romana, come ci mostra il magico tocco di Grazia (Ugolini) per il Guerriero di Saturnana.
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