venerdì 24 giugno 2011

Necrocorinthia a Lucca





Di certo non avrà trovato i sontuosi necrocorinthia che trasformarono in tymborychoi i coloni cesariani di Corinto, chi nel corso del III secolo a.C.  trovò la tomba a pozzetto sulle sponde dell'Auser, di uno dei rami infiniti del fiume perduto e sognato. Ma rinnovò il luogo sacro alla morte con un bel servizio da mensa, vernice nera un po' appannata, tutto il completo per bere vino e per le pappe degli Etruschi del III secolo.
Meraviglie e stupori degli archeologi che scoprono di essere stati preceduti duemila e quasi trecento anni fa (proclama l'oinochoe), da rigorosi scavatori del fitto ordito di ciottoli del pozzo destinato alla pace della morte, due volte turbato.
E siano celebrati gli archeologi che corredano la seconda profanazione dei sacri metri e della freccia, maestri della terra, Alessandro ed Elena, che nel luogo geometrico delle loro radici ritrovano radici inimmaginate. E con loro l'Archeologo Zio, che mestamente sorride dell'Archeologia Preventiva, diva femmina a lui negata, follia divinatoria degna delle punizioni che Dante immaginava per i divinatori.

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