martedì 8 febbraio 2011
Il sottile filo di ghiaia, la ghiaia e i cocci dei paleoalvei (da valorizzare)
Paleoalvei dappertutto, paleoalvei per tutti! E dunque due passi sul fosso quasi asciutto, e l'Arpino ci regala il sottile filo di ghiaia della via che portava legioni da Lucca a Firenze, dopo una sosta all'Autogrill dell'Ospedale, mentre l'ombra di un tramonto che ha gli umidi colori della primavera taglia gli strati come li tagliarono gli antichi. O forse è solo l'illusione dell'archeologo visionario, che con due passi sfugge al frastuono della rinnovata via Luca Florentiam.
Ma più in là dubbio non v'ha. Risucchiati dalla inconsapevole forza dell'escavatore del Consorzio di Bonifica, strappati alle viscere della terra non si sa dove, o forse dove scorrono le ultime acque dell'inverno, fan mostra di sé, in bell'incrocio con il blando colore bluastro di limi, ghiaiette e coccetti, figli dell'uomo e figlie del fiumi, eros delicato che genera paleoalvei, datati dal rosso corallino dei vasi d'Arezzo e di Pisa. Anche qui vide un rosso nastro Marcello, che come l'archeologo tabellato vedeva paleoalvei dappertutto. «La via e il fiume, anche qui» suggerisce però la sapienza temprata dal polipesco abbraccio della Storia.
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