lunedì 24 agosto 2009
Le Vie del Sacro fra Auser e Eridano
È facile la via per Pradarena, lasciate le rupi del Castelvecchio e Piazza, su per Sillano, Capanne, Ospedaletto, i luoghi che videro potere e misera nobiltà dei Signori di Cogorozzo, perduti dal Duecento come il loro nome. E poi su, fino alla sella che oltre l'aguzzo profilo delle Apuane fa immaginare il mare, e appena appena, dall'altro lato, la Pietra di Bismantova. Nomi emozionanti, i miti del Bronzo Finale di qua e di là dal crinale, e ripercorrere, quasi trenta anni dopo, la Via del Sacro degli Etruschi, da Pisa all'Antro di Castelvenere, poi alla Murella, e infine gli Etruschi dell'Enza, ultima meta dei filiformi segni del sacro di un'Etruria talmente marginale che qualcuno ancora cerca di non vederla. Anche i bronzetti hanno un'anima, anche l'archeologo trafitto dalle cento note a pie' di pagina riesce ad emozionarsi, tornando per un po' di fresco sul passo dove famiglie cercano mirtilli, viandanti forse ignorano che lì vicino bivaccò l'Etrusco rompendo i vasi che doveva ritrovare poi Paolo, duemilacinquecento anni dopo, a Monte Spasina. Il lungo viaggio su per l'Auser, poi a cercare il fiume che porta all'Eridano, e da qui a Spina: tre giorni per lo Pseudo-Scilace, molti più nella realtà di una via appena intuibile fra mirtilli e boschi, dove passò l'Etrusco.
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