sabato 11 maggio 2024

Biografie fantastiche di Longobardi. Gulfari dall'Istria a Lucca



Volendo, può essere lettura amena la Prosopographia of the Late Roman Empire del professor Martindale, volume III, gli anni estremi. Colpi di scena, imperatori e duces, funzionari, nobildonne e truci barbari, ognuno con  la sua schedina, bibliografia irreprensibile ...

E girovagandovi, si ritrova la schedina del signor Gulfaris, magister militum in Istria nell'anno 599, pronto a soddisfare le esigenze del grande papa nella repressione degli scismatici, eppure doveva averne da fare, fra Longobardi Avari Slavi ecc. ecc.

Chissà, scrive Martindale ed è convincente, forse è lo stesso che facendosi chiamare da Paolo Diacono Vlfari, qualche anno prima era dux a Treviso, ed ebbe qualche problema con il re Agilulfo.

Un bel romanzetto, trama da opera del Settecento, il dux ribelle, che passa con la sua masnada dalla prigionia di Agilulfo, dopo essere stato debellato, all'imperatore, e se ne va in Istria. Con l'oro si poteva tutto, in quei tempi (e non solo). Tanti, o tutti, andavano dove l'oro era più sonante. Con la faccia dell'imperatore fresca di conio imperiale, o con un ghirigoro per faccia e arcangelo. Buoni i tremissi dell'uno e dell'altro tipo. Forse meglio i solidi, di certo.

Ma all'archeologo pensionato viene un po' di amarezza. Ma come non averci pensato trenta e più anni fa, certo Martindale ancora non c'era, immaginando la storia di Faolfo e del suo anello ... Gulfari, con la sua gente nel vicus vicino Lucca, a Spardacho o Valle Buia, presidio della via che porta verso la Langobardia del Po. Una sculca, alla tardoromana, come il vico Schulcamo lì vicino. Un bel gruppetto, Faolfo e Wallari e Asulfo fra Valdarno e Valdera, Alahis e Gulfari intorno alla città, e in Versilia Uffo e Aghinulfo. E qualcuno si muove, Faolfo dalla Valdera a Chiusi, con il suo bell'anello, Gulfari a Treviso e poi in Istria. Sodali delle rapine di Gummarit, e poi ognuno per la sua strada.

Un po' fantastico, ma se ne leggono anche di più fantasiose. A dire il vero, Gulfaris è assai raro, scrive la Nicoletta Onesti, in Francovich, come rammentava fino all'ultimo, e quindi potrebbe essere.

E della sua gente poteva essere forse il guerriero ritrovato nella campagna lucchese, anno 1808, spatha coltello, e crocette d'oro. Gli anni sono quelli.

E se fosse lui, con i primi predatori longobardi di Toscana, anni 570 o poco dopo, dice Agnello da Ravenna, e poi fermato con la sua masnada nelle campagne risanate da Frediano, poco prima...

Gran carriera, dal presidio lucchese a dux di Treviso, ma evidentemente non gli bastava. O così sospettava Agilulfo: L'imperatore era più generoso, e meno sospettoso. Forse.

giovedì 2 maggio 2024

Torrioni del Quattrocento fra monti e mari. Dalla Garfagnana alla Dalmazia.




 Erano aggiornatissimi i capimastri e gli architetti della Repubblica che progettarono e fecero le torri di Castiglione di Garfagnana, fine del Quattrocento, studi condivisi con amici negli estremi anni di Soprintendenza, Paolo sempre, e Silvio, e Andrea.

Si sapeva, si sapeva, ma arrivando a Ragusa di Dalmazia sulla nave veneziana del cavaliere tedesco, Konrad von Grünenberg, così propenso all'illustrazione di mura torri rocche porti fortificati, nel trionfo lento della Transizione, più o meno negli stessi anni, lo si apprezza ancora di più. E a colori, ringraziando la generosa Badische Landsbibliothek, un pdf non misero, e veloce.

Torri per fronteggiare Estensi, torri per Turchi e qualche altro, quanto basta per ricucire un attimo uno dei Sogni dell'Auser. Sì, Sogni, quasi là dove il fiume nasce ...