giovedì 23 febbraio 2023

Il mercante di seta




Aveva ragione davvero, il sommo Ugo Monneret de Villard, anzi, un po' di più, perché solo un mercante di sete poteva volere nella chiesa cui dava il suo nome, una Eigenkirche firmata nella pietra, un'anatra dal bel fiocco e con qualcosa nel becco, come quella che un po' prima, ma neppure troppo, il gran funzionario della Sogdiana con carriera in Cina aveva voluto nel suo sarcofago.

A Napoli dalla Sogdiana, come la seta finita all'asta di Sotheby's, chi lo sa da dove arrivata ...

E poi, se Kampoulos non era mercante di seta, poco importa. L'anatra dal bel fiocco e con qualcosa nel becco basta per far seguire Willibald con la nave egiziana, arrivata a Napoli, fino a Gerusalemme, anni Venti del secolo VIII. Per il resto, affidarsi ai mercanti siriaci che commerciavano in sete e diffondevano il Vangelo. Secondo le idee di Nestore. Un mondo perduto.  

 

sabato 18 febbraio 2023

I cancelli del cielo. Da Cantignano a Napoli, e oltre...

 





Un sabato mesto, e si ritorna indietro di anni, quasi quattro, a Cantignano nella Badia, una festa di studio e di gente, con un parroco bravo e appassionato ... E lì, dopo averli tanto esplorati in immagine, rivederli, i pilastrini, campionario della fine del VII secolo, esibizione di bottega del maestro lucchese di quegli anni e dei primi del secolo seguente, anche se quasi nessuno ci crede. Ma l'importante è esserne convinti ...
Immagini con la luce perfetta, per i cerchi, le foglie, le croci, geometrie risvegliate da sonno secolare con lo scalpello di un marmorario che firmava con il rombo concentrico, foglie divenute rombi come la O 'popolare' delle iscrizioni d'Italia e di Spagna.
E ancora si ritorna, perché spiando dietro i cancelli del cielo, a Sant'Aspreno di Napoli, qualcosa di simile occhieggia nelle fotografie ministeriali, cerchi tangenti che vorrebbero essere fiori, paffuti di ombre, distinti da ghirigori non molto chiari; fratelli o fratellastri, con l'altro che è a Sant'Eufemia di Spoleto. Tradotto in essenziale geometria dal maestro di Lucca, che sul marmo imitava il legno. O chissà.
Itali maestri risorti dalle macerie dei barbari ...
Maestri che vedevano lontano, perché i cancelli del cielo di Sant'Aspreno incorniciano paesaggi di Paradiso, gli stessi che il califfo omayyade vedeva guardando in alto nel deserto di Giordania, e chi poteva nei pavimenti di Antiochia. Oltre che sulle sete, ma quello si sa ...
Sant'Aspreno, la dedica di Campulo e Costantina, dice il Guillou del secolo VIII, con il punto interrogativo, e lo direbbe anche il cielo in una stanza di Qusayr Amra, del califfo che amava miti e belle donne.