lunedì 26 dicembre 2022

Il vento dell'Adriatico. Corone e petali, da Bari a Lucca, zigzagando fra Dalmazia e Montieri




Trent'anni e ancora insiste, l'enigma della ghirlanda o quel-che-è di Santa Giustina, rilievi lucchesi del secolo XI per la chiesa voluta dalla badessa cara al vescovo, come Giustina era a Cipriano cara.

Ancora Bari e solo Bari, il fregio di San Nicola, eleganze mediobizantine, viste nell'opera della maestra venuta da Bologna, e poi mai più. Chissà se altri l'hanno sviscerato.

Vento dell'Adriatico, bora un po' stanca quando arriva sul Tirreno, ma ancora capace di portare dalle terre che sapevano di greco e di latino le ghirlande o quel-che-sono, per farsi ammaliare da tralci informali, o inquadrare da nastri rigorosi.

Ma ecco che girovagando in opere potenti, appaiono a Montieri i petali dell'Adriatico. Sì, croati e dalmati, perché croato o dalmata parlavano, ma la lingua è quella dell'Impero, il latino dell'Adriatico e il greco di Costantinopoli.

Memorie riemerse dei dotti senatori amanti di arzigogoli planimetrici per stupire gli amici, o geniali riscoperte di un secolo vivace ... chi lo sa.

Ma ora che il vento dell'Adriatico sparge fiori esapetali intorno alla ghirlanda di Santa Giustina, le illusioni di trent'anni fa sembrano meno vane.

venerdì 23 dicembre 2022

Natale in Garfagnana. Con Ludovico Ariosto. Con Girolamo da Carpi e con Garofalo. E con i castelli perduti.




 Un anno a ricercare i perduti paesaggi di Garfagnana, e lo sguardo del commissario Ariosto, nella terra di montagna che sembrava l'isola di Ebuda. Ma senza Angelica.

E per il Santo Natale i colori ferraresi, di Girolamo da Carpi e del Garofalo, un po' malinconici, la gloria di Ferrara e i giorni di Schifanoia assai distanti.

E i ruderi del Medioevo, sulle colline che vanno verso monti in cui si vorrebbe riconoscere la Pietra di Bismantova. E i giorni di Castelvecchio, sui rami del Serchio che si fondono, quante volte a ragionare di quella rupe ...

venerdì 2 dicembre 2022

Affacciarsi alla finestra sull'Ottocento di Castelfranco (di Sotto)





 E dunque si può almeno vedere dalla finestra della casa di contadini la Castelfranco dell'Ottocento, fresca di stampa per i tipi della Regione Toscana ... si sarebbe detto un tempo.

Ben altro, ben altro sarebbe occorso, giacché le curiosità si moltiplicano... ma bisogna pur accontentarsi di ciò che la rete regala, meraviglie ignote agli anni della gioventù, e ora ottimo pretesto per evitare le fatiche degli archivi. Sì, è molto più comodo navigare con qualche parola chiave, trovare nobili di Spagna e aristocratici di Firenze, mescolare il tutto con le lapidi dei cimiteri, e infine assistere alla scena della famiglia contadina schierata davanti alla fortezza che presidia il podere, e che si muove alla vanga ... il Ferraguti, gli anni sono quelli, 1890 e dintorni. Un Quarto Stato contadino, che affronta la terra con la vanga come le coorti legionarie affrontavano il nemico con il gladio.

Terra amata e odiata, da espugnare. E la vecchia, di certo nata negli anni del Granduca, ad assistere alla finestra.