lunedì 16 aprile 2018

La bilancia di Augusto (BANNA-Schälchen im Ausertal). Ovvero: la bilancia della fattucchiera


Nulla si butta, anche se servono più di trent'anni e una navigazione improvvida nella rete per illuminare il mistero a lungo coccolato dei piattelli stampigliati del Bottaccio, ager di Lucca, genio di Augusto, tutti più giovani, anni Ottanta del secolo scorso.
Tanto occorre perché disvelino lor storie i piattelli della bilancia giunta dal Reno sull'Auser, I secolo d.C., di certo, un po' prima no, un po' dopo forse, officina di BANNA, gallico nome per manufatti chiariti da ritrovamenti dove il Reno nasce, o quasi, nei Grigioni. BANNA-Schälchen, i 'piattelli di Banna', per bilancine di precisione, da misurare sostanze di vita o di morte. Da spacciatori, si direbbe oggi, per i più composti da preparazioni farmaceutiche sperimentate dai legionari nelle fredde giornate di guarnigione, o per sanare i tagli delle germaniche spade.
Ma Augusto insinua di fattucchiere che, alla moda celebrata da Tibullo e Properzio e Ovidio, si infrattavano fra le erbe palustri dell'Auser, per trarne, celate ad occhi indiscreti e malamente curiosi, le pozioni d'amore, i veleni di morte o chissà. Le erbe di Medea, tritate fresche fresche. Certo celate, perché il luogo era derelitto, fra le canne del fiume, chissà.
Sarebbe piaciuta a Petronio, l'invenzione di Augusto.